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Verso la nuova rivista dell’Ordine Architetti PPC di Livorno – Incontro con la Redazione 22 ottobre ore 09.30
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La distanza che le riviste di architettura hanno in Italia è ormai segnata da un distacco temporale e contenutistico tra la pubblicistica e i lettori. La tensione scaturita da questa considerazione porta a proporre un nuovo livello di lettura come traduzione di una realtà architettonica affrontabile dal punto di vista teorico e pratico, segno di un ancora esistente metodologia interpretabile dai lettori.

Da ciò prendono avvio le volontà della rivista dell’Ordine degli Architetti PPC di Livorno, attraverso cui indagare temi e spazi ancora di forte valore capaci di tradurre visioni e aspetti della contemporaneità in forma di immagini e di parole, in una rinnovata veste grafica. .

La struttura redazionale è provvista di un Direttore, di un Comitato Scientifico e un Comitato di redazione, a cui si affianca un Capo Redattore ed una Redazione.

Si intende così promuovere una Rivista scientifica con uscita semestrale, con numeri tematici che possa essere un veicolo di dialogo tra gli iscritti e la città.

Ad ogni uscita l’Ordine e la Redazione si prefiggono il compito di organizzare una presentazione del numero coinvolgendo coloro che vi hanno scritto apportando il loro contributo.

Si informano gli iscritti interessati a partecipare con i loro contributi che lunedì 22 ottobre, alle ore 09.30, presso la sede dell’Ordine in Largo Duomo 15, si riunisce la prima riunione redazionale. A seguire l’abstract del primo tema su cui indirizzare le proposte.

Tema primo numero:

Livorno (im)POSSIBILE

La tensione scaturita dalla condizione di realtà a cui l’architettura aspira attraverso l’atto della costruzione apre a scenari spesso inattesi.

La costruzione dello spazio, mediante cui l’architettura si mostra e si abita, è la condizione di rappresentazione di tutto questo, una condizione che per analogie si ripete trasportando le osservazioni secondo un ulteriore campo semantico.

La possibilità linguisticamente è figlia della impossibilità, l’una è il contrario dell’altra nell’etimologia delle cose, un significato che trova estraneità nel campo dell’arte e dell’architettura dove risulta essere in realtà l’una il completamento o il complemento necessario dell’altra.

Costruzione e ricostruzione, montaggio e smontaggio, sono le conseguenze di un processo in cui gli elementi si fanno racconto ed in cui il “Campo Marzio” (1762) del Piranesi mette in luce la tessitura di una città mai così esistita capace però di evidenziare una certa verità sovvertendo l’ordine e la possibilità delle cose.

Livorno si apre a questa condizione (im)POSSIBILE in cui i frammenti dei tempi e delle cose si incontrano in una nuova mappatura urbana.

arch. Luca Barontini

Direttore Editoriale

arch. Marco Del Francia

Coordinatore Commissione Cultura

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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